(DOWNLOAD) "Bibbia Traduzione Letterale: Maccabei 1" by Fabrizio Bartolomucci ~ Book PDF Kindle ePub Free
eBook details
- Title: Bibbia Traduzione Letterale: Maccabei 1
- Author : Fabrizio Bartolomucci
- Release Date : January 28, 2017
- Genre: Bibles,Books,Religion & Spirituality,
- Pages : * pages
- Size : 8695 KB
Description
Caso quasi unico nella letteratura mondiale, la Bibbia non è mai riuscita a separare la fase della traduzione da quella dell’interpretazione. Probabilmente per l’ambiguità e per la mutabilità del contenuto, da sempre i traduttori hanno provveduto a inserire la loro interpretazione del testo spacciandola per autentica, non disturbandosi di riportare le proprie scelte interpretative, ma piuttosto aggiungendo note che allontanano ancora di più il significato dal testo originale: è caratteristica in ambito cristiano l’iniezione di contenuti del nuovo testamento o addirittura di speculazioni teologiche successive come lo spirito santo o le profezie. In questa opera, seguendo l'ispirazione di Mauro Biglino, provvediamo invece a tradurre la Bibbia letteralmente. La regola generale per i termini non standard è che, ove una parola ebraica è presente in una singola istanza, oppure in parti diverse con significati diversi, o ancora nel caso che una qualsiasi traduzione potrebbe introdurre nel lettore un bias indesiderato, la decisione è quella di lasciare la parola in un originale fonetico in forma analoga alla versione di BibleHub, per uniformità. Questo è il caso ad esempio di: ‘ĕ·lō·hîm, Yah·weh, Šad·day, ‘El·yō·wn, Rū·aḥ, Kā·ḇō·wḏ, Mal·’aḵ e molti altri.
Le persone di nomi, aggettivi e verbi seguono scrupolosamente l’originale ebraico, anche riguardo termini controversi come ‘ĕ·lō·hîm, Šad·day, ’Êl, senza risolvere arbitrariamente le contraddizioni. Il genere degli articoli e aggettivi resi in ebraico viene associato al genere del termine ebraico, e non a quello di una delle traduzioni in italiano; questo può naturalmente portare a ulteriori discrepanze del testo rispetto le traduzioni clericali. Nel caso particolare di ‘ĕ·lō·hîm, quando preceduto da articolo determinativo, si è deciso di renderlo sempre come ‘gli ‘ĕ·lō·hîm’, anche quando il termine regge un verbo al singolare. La soluzione appare quasi altrettanto insoddisfacente quanto coniugare l’articolo col verbo, per usare l’aggettivo singolare solo con il verbo al singolare, es. ‘l’‘ĕ·lō·hîm’, e in tutti gli alti casi al plurale, es. gli ‘ĕ·lō·hîm’, ma riteniamo la forma uniforme decisa essere preferibile dal punto di vista della leggibilità e dell’obiettività.
Il Primo libro dei Maccabei (greco A' Μακκαβαίων, 1 makkabáion; latino 1 Machabaeorum) è un testo contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e Vulgata) e non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.
Ci è pervenuto in una versione greca composta in Giudea attorno al 100 a.C., sulla base di un prototesto ebraico perduto.
È composto da 16 capitoli e descrive la lotta per l'indipendenza della Giudea dei fratelli Maccabei (Giuda, Gionata, Simone) contro i re seleucidi della Siria, narrando eventi accaduti tra il 332 a.C. e il 134 a.C.
Il libro parla dell'intento di ellenizzazione forzata dei giudei da parte di Antioco IV Epifane, un re della dinastia dei Seleucidi. I giudei più fedeli non si adattarono a questa sorte di ingerenza sociale e religiosa, si sollevarono e ribellarono, guidati da Mattatia, anziano leader religioso.
I tre figli di Mattatia si chiamavano Giuda, Gionata e Simone. Essi divennero gli autori principali dell'unificazione del popolo ebraico nella resistenza contro gli invasori greci.
Non essendo appunto disponibile la versione ebraica del testo e quindi tantomeno una versione interlineare dello stesso, si è proceduto come nei titoli precedenti analoghi a presumere una versione ebraica e ritradurre da essa, compresi i termini lasciati in ebraico fonetico.
Trattandosi di un testo essenzialmente para-storico, il contenuto religioso è ancora più rarefatto di quanto sia nei libri precedenti. Quando ciò capita avviene come al solito per incoraggiare il popolo alla guerra. Spesso le invocazioni sono invece ai cieli in forma generica. Il motivo per il quale un testo così, dove la guerra e la violenza spesso non hanno nemmeno il pretesto di mostrare la potenza di Yah·weh o degli ‘ĕ·lō·hîm in azione o per lo meno la loro ispirazione, sia stato inserito nel canone cattolico è misterioso. Ciò soprattutto in considerazione di tutto lo sforzo messo in Ester per ricondurlo sotto l’influenza religiosa, inserendo parti che non c’entravano nulla col testo originale. Evidentemente l’obiettivo dei redattori clericali è stato affermare il concetto che, affidandosi a Dio, poi si può fare quello che si vuole, comprese le peggiori nefandezze!
Evidentemente gli Israeliani hanno mancato di pagare le tasse, da ciò la reazione a 1 Maccabei 1: 29.
Ovviamente quando si celebra gli assassini a sangue freddo come per Pî·nə·ḥās, risulta lecito ogni altri omicidio per motivi dottrinari come a 1 Maccabei 2: 25. Di nuovo si evidenzia l’ipocrisia del papa e dei prelati quando dichiarano che non è lecito uccidere per religione, quando dovrebbero piuttosto fraternizzare con i membri dell’Isis che massacrano, seguendo anche loro lo stesso esempio, chi fa di fronte a loro ciò che è contrario alla loro religione.
Ovviamente Yahweh non si è fatto proprio vedere a 1 Maccabei 3: 22-23, non più di quanto fosse per Thor o Marte/Ares quando li si invocavano in battaglia per dare coraggio alle truppe.
Si nota a 1 Maccabei 3: 48 come gli Israeliani credettero bene nell’esistenza degli altri ‘ĕ·lō·hîm e come potessero essi aiutare il loro nemico: altro che Dio unico!
Qualcuno si può forse sorprendere che la città non li facesse entrare a 1 Maccabei 5: 48?
Nutriamo forti dubbi sul fatto che il re Antioco custodisse davvero le recriminazioni a 1 Maccabei 6: 11. Tanto più che da ciò non segue alcun conseguenza oggettiva, morendo poco dopo. Si tratta quindi evidentemente di semplice propaganda.
Notevole come Eleazaro a 1 Maccabei 6: 44, per la sua azione da Kamikaze, nemmeno si sia preoccupato di millantare il consenso degli ‘ĕ·lō·hîm, ma si preoccupa solo del suo nome e della salvezza del suo popolo. Azione che, peraltro, si mostra successivamente del tutto futile.
Un’evidente nuova spia in azione a 1 Maccabei 6: 57-59; per quanto davvero non si capisce cosa avrebbero fatto i Giudei di così pericoloso per il re, per cui lui dovrebbe desistere dal combatterli. Di nuovo probabile propaganda politica senza alcuna base storica.
Il verso a 1 Maccabei 7: 17 viene da Salmi 79: 3 della versione cattolica, o 78: 3 della versione originale.
E i kō·hă·nîm scagliano la loro bella maledizione a 1 Maccabei 7: 37-38.
Mal gliene incolse ai Romani per aver accettato l’alleanza coi Giudei a 1 Maccabei 8: 21, probabilmente un errore dovuto all’ignoranza sui modi ebraici di condurre la loro politica. Forse anche un’illusione più grave quella dei Giudei di potersi approfittare dell’apertura del popolo Romano per assoggettarlo, fraintendendola per stoltezza. Ricordiamo che ciò è solo avvenuto con Gesù il cui messaggio non era apparentemente così in stridente contrasto con la cultura relativamente liberale classica, come è per quello rappresentato in questo libro.
Per un volta a 1 Maccabei 9: 16 un esercito un poco più disciplinato che non se la da a gambe quando una sua parte viene travolta, ma anzi se ne avvantaggia. Ovviamente il redattore si guarda dal supporre che fossero caduti in una trappola, in quanto le trappole possono solo tenderle i Giudei!
E a 1 Maccabei 9: 39-40 appare pure presentato il terrorismo contro vittime civili, in questo caso i partecipanti a un matrimonio. Non possono non venire alla mente i droni USA che, per colpire un ricercato, uccidono tutti gli invitati a una cerimonia. Per non parlare ovviamente dei terroristi dell’Isis, che con tali attacchi i droni vorrebbero vanamente contrastare, e che mettono bombe in occidente ugualmente per rappresaglia. Sarà forse un caso che entrambi fanno pesante riferimento a questo libro scellerato alla base della sofferenza del mondo?!
Tra l’altro è ironico come molti difendano ipocritamente l’occhio per occhio, dente per dente come una forma di moderazione della vendetta, quando questi massacrano i partecipanti innocenti di un’intera cerimonia per un solo loro ucciso!
C’è da notare come a 1 Maccabei 9: 42 il redattore approvi quest’azione, tanto per risparmiarci pelose spiegazioni sul fatto che quest’episodio sia stato presentato proprio per mostrare che non debba essere fatto!
Ora bellamente a 1 Maccabei 9: 46 si rivolgono ai cieli, per cercare inutilmente di scansare le conseguenze delle loro azioni.
Interessante a 1 Maccabei 9: 49 loro fuggano... e invece contino i morti dall’altra parte! Sforzo di propaganda militare probabilmente di ispirazione per quanto avvenuto alla fine della seconda guerra mondiale.
Come dar torto a Bacchide a 1 Maccabei 9: 51 visto che questi si spingono persino a massacrare i civili!
Ovviamente gli Israeliti si arrogano a 1 Maccabei 9: 55 la malattia di Alcimo, visto che stava abbattendo le mura del qō·ḏeš.
Date le condizioni, come sorprendersi dell’uccisione immediata delle spie a 1 Maccabei 9: 61?
Incredibile l’ipocrisia mostrata in 1 Maccabei 11: 53. I Giudei che sarebbero dovuti andare in soccorso della città l’hanno invece saccheggiata e poi si sorprendono che il re non l’abbia presa bene. Del resto è ciò quanto sempre avviene quando si chiede aiuto a loro, ma evidentemente lui ancora non lo sapeva.
E, come al solito, il testo a 1 Maccabei 11: 74 riporta solo i morti dei nemici, che ovviamente diventano sempre più poderosi per la disgustosa abitudine dei Giudei di tradire gli alleati, che dopo un pò li mandano ovviamente al diavolo. Gli Usa dovrebbero fare maggiore attenzione a questo testo.
Straordinaria la millantazione a 1 Maccabei 12: 11. Ci immaginiamo i Giudei che invocano Yah·weh o gli altri ‘ĕ·lō·hîm per altri che per se stessi, se anche lo fanno, perché in questo libro sembrano prevalentemente nemmeno ricorrervi proprio!
Praticamente la guerra condotta da Gionata, come si vede a 1 Maccabei 12: 31, è una di brigantaggio.
Per una volta è Gionata a 1 Maccabei 12: 46 che cade in trappola. Sembra questo libro attesti il principio di “chi la fa l’aspetti!”.
Come si vede a 1 Maccabei 12: 53 l’istinto di eliminare gli ebrei dalla faccia della terra è presente da sempre, ben prima dei Progrom medievali o di Hitler, senza che essi si siano mai posti domande sul perché nessun altro popolo abbia avuto questo trattamento, per trovare una coabitazione più armonica col resto del mondo, spesso attribuendo ciò all’invidia degli altri, perché loro sono il popolo scelto di Yah·weh!
Chi conosce il testo biblico sa bene che quanto detto da Gionata a 1 Maccabei 13: 8 sia solo propaganda. Visto che come si sono comportati loro con gli altri per suscitare la loro ostilità.
E la Bibbia presenta anche in anteprima il populismo a 1 Maccabei 13: 18.
Una nota vetero-meteorologica a 1 Maccabei 13: 22. Evidentemente l’era era molto più fredda di ora, tanto da nevicare dove ora c’è deserto.
E’ chiaro a 1 Maccabei 13: 42 come i kō·hên, che i traduttori clericali traducono come Sacerdoti, siano in realtà capi militari che a volte si avvalgono di sacrifici e altre pratiche superstiziose per motivare le truppe.
Curioso a 1 Maccabei 13: 47 come Yah·weh non abbia punito Simone per aver risparmiato donne e bambini, come aveva fatto in precedenza. Comunque il lettore si rallegra di non assistere, per una volta, a un massacro.
A 1 Maccabei 14: 35 compare la parola fede di cui ignoriamo totalmente la parola ebraica che traduce, visto che mai è comparso un termine tradotto così nel testo in lingua ebraica.
Si chiarisce poi 1 Maccabei 15: 27 . Da questo verso sembra che l’interlocutore sia impazzito, gli offrono aiuto e si arrabbia. Invece si vede poi come si trattasse di un ultimatum che richiedeva immense fortune perché non si schierasse contro di lui, altro che aiuto!
La tesi a 1 Maccabei 15: 33 è quella che ancora si ripetono gli Israeliani al giorno d’oggi rispetto il loro stato preso ai Palestinesi. Risulta banale osservare come se Roma dovesse fare lo stesso discorso, potrebbe impunemente occupare tutto il bacino del mediterraneo e oltre, visto che nel tempo passato era sua e da allora è stata conquistata da nemici. E così potrebbe fare chiunque, visto che, almeno in Europa, molti territori sono passati di mano molte volte.