[DOWNLOAD] "Bibbia traduzione letterale: Michea" by Fabrizio Bartolomucci " Book PDF Kindle ePub Free
eBook details
- Title: Bibbia traduzione letterale: Michea
- Author : Fabrizio Bartolomucci
- Release Date : January 26, 2018
- Genre: Bible Studies,Books,Religion & Spirituality,
- Pages : * pages
- Size : 6248 KB
Description
Caso quasi unico nella letteratura mondiale, la Bibbia non è mai riuscita a separare la fase della traduzione da quella dell’interpretazione. Probabilmente per l’ambiguità e per la mutabilità del contenuto, da sempre i traduttori hanno provveduto a inserire la loro interpretazione del testo spacciandola per autentica, non disturbandosi di riportare le proprie scelte interpretative, ma piuttosto aggiungendo note che allontanano ancora di più il significato dal testo originale: è caratteristica in ambito cristiano l’iniezione di contenuti del nuovo testamento o addirittura di speculazioni teologiche successive come lo spirito santo o le profezie. In questa opera, seguendo le indicazioni di Mauro Biglino, provvediamo invece a tradurre la Bibbia letteralmente. La regola generale per i termini non standard è che, ove una parola ebraica è presente in una singola istanza, oppure in parti diverse con significati diversi, o ancora nel caso che una qualsiasi traduzione potrebbe introdurre nel lettore un bias indesiderato, la decisione è quella di lasciare la parola in un originale fonetico in forma analoga alla versione di BibleHub, per uniformità. Questo è il caso ad esempio di: ‘ĕ·lō·hîm, Yah·weh, Šad·day, ‘El·yō·wn, Rū·aḥ, Kā·ḇō·wḏ, Mal·’aḵ.
Le persone di nomi, aggettivi e verbi seguono scrupolosamente l’originale ebraico, anche riguardo termini controversi come ‘ĕ·lō·hîm, Šad·day, ’Êl, senza risolvere arbitrariamente le contraddizioni. Il genere degli articoli e aggettivi resi in ebraico viene associato al genere del termine ebraico, e non a quello di una delle traduzioni in italiano; questo può naturalmente portare a ulteriori discrepanze del testo rispetto le traduzioni clericali. Nel caso particolare di ‘ĕ·lō·hîm, quando preceduto da articolo determinativo, si è deciso di renderlo sempre come ‘gli ‘ĕ·lō·hîm’, anche quando il termine regge un verbo al singolare. La soluzione appare quasi altrettanto insoddisfacente quanto coniugare l’articolo col verbo, per usare l’aggettivo singolare solo con il verbo al singolare, es. ‘l’‘ĕ·lō·hîm’, e in tutti gli alti casi al plurale, es. gli ‘ĕ·lō·hîm’, ma riteniamo la forma uniforme decisa essere preferibile dal punto di vista della leggibilità e dell’obiettività.
A Michea 3: 7-8 appare con estrema chiarezza la contrapposizione tra gli ‘ĕ·lō·hîm che seguono gli altri visionari e indovini e Yah·weh che segue invece Michea. Ovviamente tutto questo viene perso, traducendo come fanno le versioni clericali ‘ĕ·lō·hîm con Dio, come se si parlasse della stessa persona, e dando la sensazione piuttosto che tutti questi veggenti e indovini facciano anche loro riferimento a Yah·weh, per quanto senza essere ascoltati, cosa ovviamente senza alcun senso! Peraltro non si capisce perché i clericali non abbiano tagliato la testa al toro traducendo anche qui ‘ĕ·lō·hîm con idoli, piuttosto.
Si noti a Michea 4: 5 la tranquillità con cui si afferma che ognuno segue il suo ‘ĕ·lō·hê e così fanno loro con Yah·weh, senza in alcun modo dire che i primi sbagliano seguendo idoli di legno e pietra, come si dice spesso, e loro invece seguono un personaggio in carne e ossa.
Michea 4:14 è il primo verso del capitolo precedente nella versione evangelista, mentre è collocato come in questo testo tanto nella versione cattolica che nell’originale ebraico ed è perciò stato messo tra parentesi graffe.
A Michea 5: 1-2 quella che sembra la più vicina profezia della Bibbia sull’avvento di Gesù. Peccato che, come in Isaia, qui si parla di qualcuno che viene per dominare in Yiś·rā·’êl, e non si usa affatto il termine Mā·šî·aḥ, che spesso si ricava impropriamente da questo passo, e per giunta si dice che ne sono sono stati prodotti da tempo ‘ō·w·lām, fino a quello attualmente partorito. L’unico reale punto di contatto è Betlemme la cui occorrenza potrebbe andare dal casuale - del resto Betlemme prima dei vangeli era una città come un’altra - al determinato dal parte degli evangelisti che, dopo tutto, hanno costruito la natività di Gesù dopo la sua morte, mentre si accingevano a costruirne il sostegno sulla base di passi biblici come questo.