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(DOWNLOAD) "Bibbia traduzione letterale: Osea" by Fabrizio Bartolomucci # eBook PDF Kindle ePub Free

Bibbia traduzione letterale: Osea

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eBook details

  • Title: Bibbia traduzione letterale: Osea
  • Author : Fabrizio Bartolomucci
  • Release Date : January 15, 2018
  • Genre: Bible Studies,Books,Religion & Spirituality,
  • Pages : * pages
  • Size : 7113 KB

Description

Caso quasi unico nella letteratura mondiale, la Bibbia non è mai riuscita a separare la fase della traduzione da quella dell’interpretazione. Probabilmente per l’ambiguità e per la mutabilità del contenuto, da sempre i traduttori hanno provveduto a inserire la loro interpretazione del testo spacciandola per autentica, non disturbandosi di riportare le proprie scelte interpretative, ma piuttosto aggiungendo note che allontanano ancora di più il significato dal testo originale: è caratteristica in ambito cristiano l’iniezione di contenuti del nuovo testamento o addirittura di speculazioni teologiche successive come lo spirito santo o le profezie. In questa opera, seguendo le indicazioni di Mauro Biglino, provvediamo invece a tradurre la Bibbia letteralmente. La regola generale per i termini non standard è che, ove una parola ebraica è presente in una singola istanza, oppure in parti diverse con significati diversi, o ancora nel caso che una qualsiasi traduzione potrebbe introdurre nel lettore un bias indesiderato, la decisione è quella di lasciare la parola in un originale fonetico in forma analoga alla versione di BibleHub, per uniformità. Questo è il caso ad esempio di: ‘Ĕ·lō·hîm, Yah·weh, Šad·day, ‘El·yō·wn, Rū·aḥ, Kā·ḇō·wḏ, Mal·’aḵ.

Le persone di nomi, aggettivi e verbi seguono scrupolosamente l’originale ebraico, anche riguardo termini controversi come ‘Ĕ·lō·hîm, Šad·day, ’Êl, senza risolvere arbitrariamente le contraddizioni. Il genere degli articoli e aggettivi resi in ebraico viene associato al genere del termine ebraico, e non a quello di una delle traduzioni in italiano; questo può naturalmente portare a ulteriori discrepanze del testo rispetto le traduzioni clericali. Nel caso particolare di ‘ĕ·lō·hîm, quando preceduto da articolo determinativo, si è deciso di renderlo sempre come ‘gli ‘ĕ·lō·hîm’, anche quando il termine regge un verbo al singolare. La soluzione appare quasi altrettanto insoddisfacente quanto coniugare l’articolo col verbo, per usare l’aggettivo singolare solo con il verbo al singolare, es. ‘l’‘ĕ·lō·hîm’, e in tutti gli alti casi al plurale, es. gli ‘ĕ·lō·hîm’, ma riteniamo la forma uniforme decisa essere preferibile dal punto di vista della leggibilità e dell’obiettività.

Il libro comincia con le usuali maledizioni, questa volta contro la casa di Yiś·rā·’êl, salvaguardando per qualche motivo invece quella di Giuda. Il capitolo uno ebraico comprende due paragrafi che nel testo cattolico finiscono nel capitolo due e che sono stati quindi messi tra parentesi. E anche il resto del libro continua a predire sciagure assortite per Yiś·rā·’êl, Giuda, Samaria ed Efraim, curiosamente considerano i miṣ·rā·yim e l’Assiria come oggetti di contorno.

Da notare a Osea 3:1 come il termine ‘ĕ·lō·hîm figuri tranquillamente al plurale senza che nessuno batta ciglio. Vorrei vedere i soloni biblisti a tradurre questa occorrenza come plurale di astrazione, o di altro tipo astruso, per provare a renderlo come termine singolare, come si ostinano a fare quando gli vogliono far designare il loro dio unico.

A Osea 4: 6 una nuova occorrenza di verbo al plurale riferito a un sostantivo collettivo al singolare.

Probabilmente ad Osea 6: 2 l’eccentrica base scritturale per l’attesa resurrezione di Cristo al terzo giorno. Se non fosse, ovviamente, che qui si parla di tutt’altro, come praticamente sempre accade per le cosiddette profezie.

A Osea 6: 3 una tipica profezia sul nulla, di cui ancora meno ci si preoccupa: sono passate numerosi aurore e piogge da allora, ma Yah·weh non si è fatto di certo più rivedere!
Osea 12: 1 termina il capitolo precedente nel testo ebraico ed evangelico ed è stato quindi messo tra parentesi.

A Osea 12: 14 una curiosa attribuzione a Mosè del titolo di nā·ḇî, quando ovviamente questi più o meno loschi figuri comparvero, a buona ragione, ben dopo che Yah·weh se ne era andato.

Anche Osea 14: 1 termina il capitolo precedente nel testo ebraico ed evangelico ed è stato quindi messo tra parentesi.


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