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[DOWNLOAD] "Bibbia traduzione letterale: Gioele" by Fabrizio Bartolomucci # Book PDF Kindle ePub Free

Bibbia traduzione letterale: Gioele

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eBook details

  • Title: Bibbia traduzione letterale: Gioele
  • Author : Fabrizio Bartolomucci
  • Release Date : January 17, 2018
  • Genre: Bible Studies,Books,Religion & Spirituality,
  • Pages : * pages
  • Size : 5787 KB

Description

Caso quasi unico nella letteratura mondiale, la Bibbia non è mai riuscita a separare la fase della traduzione da quella dell’interpretazione. Probabilmente per l’ambiguità e per la mutabilità del contenuto, da sempre i traduttori hanno provveduto a inserire la loro interpretazione del testo spacciandola per autentica, non disturbandosi di riportare le proprie scelte interpretative, ma piuttosto aggiungendo note che allontanano ancora di più il significato dal testo originale: è caratteristica in ambito cristiano l’iniezione di contenuti del nuovo testamento o addirittura di speculazioni teologiche successive come lo spirito santo o le profezie. In questa opera, seguendo le indicazioni di Mauro Biglino, provvediamo invece a tradurre la Bibbia letteralmente. La regola generale per i termini non standard è che, ove una parola ebraica è presente in una singola istanza, oppure in parti diverse con significati diversi, o ancora nel caso che una qualsiasi traduzione potrebbe introdurre nel lettore un bias indesiderato, la decisione è quella di lasciare la parola in un originale fonetico in forma analoga alla versione di BibleHub, per uniformità. Questo è il caso ad esempio di: ‘ĕ·lō·hîm, Yah·weh, Šad·day, ‘El·yō·wn, Rū·aḥ, Kā·ḇō·wḏ, Mal·’aḵ.

Le persone di nomi, aggettivi e verbi seguono scrupolosamente l’originale ebraico, anche riguardo termini controversi come ‘ĕ·lō·hîm, Šad·day, ’Êl, senza risolvere arbitrariamente le contraddizioni. Il genere degli articoli e aggettivi resi in ebraico viene associato al genere del termine ebraico, e non a quello di una delle traduzioni in italiano; questo può naturalmente portare a ulteriori discrepanze del testo rispetto le traduzioni clericali. Nel caso particolare di ‘ĕ·lō·hîm, quando preceduto da articolo determinativo, si è deciso di renderlo sempre come ‘gli ‘ĕ·lō·hîm’, anche quando il termine regge un verbo al singolare. La soluzione appare quasi altrettanto insoddisfacente quanto coniugare l’articolo col verbo, per usare l’aggettivo singolare solo con il verbo al singolare, es. ‘l’‘ĕ·lō·hîm’, e in tutti gli alti casi al plurale, es. gli ‘ĕ·lō·hîm’, ma riteniamo la forma uniforme decisa essere preferibile dal punto di vista della leggibilità e dell’obiettività.

Una curiosa aggiunta botanica al testo ebraico a Gioele 1: 12 naturalmente messa tra parentesi.

A Gioele 1: 17-20 una classica invocazione alla divinità a fronte di una carestia e di incendi boschivi conseguenti, prodromo di infinite ripetizioni assai più recenti, preannunciando, naturalmente a vuoto, un prossimo ritorno di Yah·weh.
Gioele 3 è curiosamente presente nel testo ebraico, ma non in quello evangelista ed è quindi stato messo tra caratteri:〖〗

Gioele 4: 17 presenta quello che può essere a buona ragione considerato il motivo dell’ossessione degli Israeliani sulla città di Gerusalemme. Per quanto ovviamente il testo biblico avoca una prossimo ritorno di Yah·weh per permettere il ritorno incontestato in Gerusalemme, non carri armati e jet, ma non facendosi vedere Yah·weh, si è fatta una piccola forzatura, come sembra un’abitudine rispetto questo sfortunato libro.

A Gioele 4: 19 un nuovo caso di occorrenza del sotantivo plurale miṣ·ra·yim con verbo al singolare, come più spesso accade col sostantivo ‘ĕ·lō·hîm.

Sempre a Gioele 4: 19 un avverbio mancante che da la suggestione che a essere violenti siano i figli di Giuda, piuttosto che la violenza essere fatta su di loro, come nel testo clericale.

Infine a Gioele 4: 20 un brano fortemente ambiguo a seconda che wî·rū·šā·lim (וִירוּשָׁלִַ֖ם) venga inteso come congiunzione della parola o preposizione di luogo della stessa parola yə·rū·šā·lim (יְרוּשָׁלִַ֗ם); nel testo biblico sono presenti occorrenze frequenti di entrambi i casi in qualche occasione anche combinati. Il testo che trovate qui assume la presenza di una proposizione di luogo con il verbo che precede il termine, il testo clericale la congiunzione con la seconda proposizione, priva di verbo, probabilmente assunto dalla frase principale come ripetizione. Lasciamo al lettore la scelta.


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